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Protesti, ritardi e mancati pagamenti: in calo nella seconda metà del 2013.

Qualche spiraglio positivo nella drammatica situazione che da tempo ormai vede le imprese italiane con l’acqua alla gola dai punti di vista finanziario e della liquidità. Il dato traspare dal bollettino Cerved riferito al terzo trimestre 2013: protesti, ritardi di pagamento o saldi mancati risultano, per la prima volta da molti mesi, in flessione. Secondo la società che fornisce servizi a banche e finanziarie, infatti, tra luglio e settembre sarebbero calati del 6% rispetto allo stesso periodo del 2012.

Qualche spiraglio positivo nella drammatica situazione che da tempo ormai vede le imprese italiane con l'acqua alla gola dai punti di vista finanziario e della liquidità. Il dato traspare dal bollettino Cerved riferito al terzo trimestre 2013: protesti, ritardi di pagamento o saldi mancati risultano, per la prima volta da molti mesi, in flessione. Secondo la società che fornisce servizi a banche e finanziarie, infatti, tra luglio e settembre sarebbero calati del 6% rispetto allo stesso periodo del 2012.

Il dato riguarda soprattutto le imprese individuali, ma, anche qui con un'inversione di rotta attesa da sette trimestri, si estende anche alle società. Bene il Nordovest e il Centro, mentre al Nordest (che però come valore assoluto rimane ancora l'area più “sana”) e al Meridione – zona in cui i livello appare ormai critico – i protesti risultano ancora in aumento. Diminuisce anche il valore complessivo delle fatture non saldate: si tratta del 31,7% del totale, un punto percentuale in meno rispetto alla rilevazione dell'anno precedente.

Parlando di settori, rimangono sostanzialmente stabili i pagamenti effettuati dalle imprese industriali e di costruzioni, con un lieve progresso in positivo, mentre i servizi rivelano ancora una fase di debolezza acuta e a migliorare la performance in modo sensibile sono tutti gli altri settori. Si accorciano anche i tempi di pagamento: 77,7 giorni medi, 3,5 in meno.

Il calo dei protesti nell'intervallo osservato (196mila verso 62mila aziende, 7,2 e 6% in meno) è una notizia particolarmente significativa: interrompe infatti un lungo trend al rialzo costante che durava dal 2011.

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