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NPL e UTP 2020: la situazione attuale ed i Protagonisti del mercato

La situazione dei Crediti deteriorati in Italia resta al centro dell’attenzione del mondo Finance nonostante il grande lavoro svolto dagli Istituti bancari in questi ultimi anni per uscire da livelli di NPL ratio del post-crisi. Al terzo trimestre del 2019 erano infatti 325 miliardi gli NPE lordi ancora da recuperare, suddivisi a loro volta tra NPL (246 mld) e UTP (79 mld).

Un’ulteriore suddivisione può essere svolta in merito al soggetto che detiene la titolarità del credito con le Banche che ad oggi hanno in pancia ancora 141 mld (77 di NPL e 64 di UTP). Il restante è invece in capo a Fondi di investimento, GACS e Servicer specializzati che hanno acquistato dal 2015 al 2019 dei portafogli di crediti deteriorati. Del totale dei crediti ceduti registrati in questi anni circa il 7% sono stati recuperati o qualificati come “inesigibili” per un totale di 14 mld; sono quindi 184 i miliardi di crediti deteriorati che costituiscono fondamentalmente il cosiddetto mercato secondario potenziale.

Il lavoro degli Istituti Bancari italiani come detto è stato decisamente positivo con una riduzione dello stock NPE del 53%, sopra la media europea del 48%. Ma chi sono i principali Originator protagonisti di queste cessioni nel quinquennio 2015-2019? Il primo posto è detenuto da Unicredit con 41,5 mld di NPL ceduti, al secondo MPS con la sua maxi-cessione da 32,8 mld ed al terzo Banco BPM con 16,3 mld; seguono Intesa San Paolo con 13,8 mld e Veneto Banks con 9 mld.

Dall’altra parte dell’accordo troviamo poi differenti tipologie di Investitori, da Fondi di Investimento internazionali a “Banche” specializzate nel mondo NPL. In questa classifica quinquennale il primo posto è occupato da Quaestio Capital Management Sgr al quale seguono Banca Ifis con 18,6 mld e Fortress/Pimco con 12,3 mld; al quarto e quinto posto troviamo infine Lindorf-Intrum – CarVal Investors (10,8 mld)  e Credito Fondiario (9,8 mld). Da non dimenticare nella categoria degli acquirenti anche soggetti che nell’ultimo anno si son resi protagonisti del mercato come Guber Banca e Illimity Bank.
Altra categoria di protagonisti sono invece i cosiddetti Servicer del mercato del credito che vedono nella gestione del recupero il loro core business. I principali operatori in Italia sono sicuramente DoValue (82 mld di masse gestite), Credito Fondiario (52 mld) e Cerved Credit Management (46 mld); a seguire Intrum Italy (41 mld), Ifis Npl/FBS e Prelios (entrambe a 24 mld). A chiudere la top ten, che insieme gestisce il 78% del mercato italiano, troviamo AMCO, Phoenix Asset Management, Guber e Sistemia (Fonte: Market Watch NPL – Banca Ifis).
Un altro tassello fondamentale della complessa industria dei crediti deteriorati è lo Studio Legale, consulente principale degli investitori nella definizione dei deals. Tra le principali Law Firms attive nel mondo NPL e protagoniste nei ruoli di advisor e arranger troviamo Studi come La Scala, Orrick, Chiomenti, Dla Piper, Gianni Origoni Grippo Cappelli, Boneli Erede, Legance, Linklaters. Al pari di questi Studi anche il comparto legale delle grandi società di consulenza come PWC Tls, Ernst & Young, Deloitte e KPMG.

Una pipeline quella dei crediti deteriorati che vede quindi una serie di attori con skills diverse che vanno a creare una macchina in continuo mutamento, con l’obiettivo comune di migliorare la situazione NPL italiana. Ed il 2020 si prospetta sicuramente movimentato con alcuni deals già in fase avanzata come Unicredit (6 mld divisi in 5 operazioni), Iccrea Banca (4 miliardi in 2 operazioni), Intesa Sanpaolo (3,6 mld in 2 operazioni); Banco Bpm  (3,5 miliardi); Bper (2,5 miliardi in due operazioni); Banca popolare di Bari (2 mld), Banca popolare di Sondrio (1,5 mld) e Cariparma – Crédit Agricole (1 mld) (Fonte: Market Watch NPL – Banca Ifis).

Infine anche lato UTP continua ad aumentare il numero di operazioni con 10 accordi previsti, rispetto alle 5 del 2018 e le 7 del 2019. Il valore complessivo di transazioni previste si attesta invece a 7 mld, in crescita rispetto al 2019 (6 mld); tra gli Originator protagonisti i principali Istituti Bancari (Unicredit, MPS, Intesa e Carige).

Un panorama interessante con un’attenzione sempre più particolare alla completezza delle posizioni in termini di informazioni, di contatto e patrimoniali, sul debitore. Soprattutto per quanto riguarda il mercato secondario, che come dicono i dati è sicuramente considerevole, lavorare sulla qualità dopo la concentrazione dei primi anni sulla quantità sarà la sfida dei prossimi anni.

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