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Morosità e sfratti in impennata: quando il debito è di casa.

67.790, che corrisponde al 6,2% in più rispetto all’anno precedente. Sono le convalide di sfratto per morosità emesse nel 2012. E i casi “pendenti”, per i quali è stata richiesta l’esecuzione, si contano a quasi 121mila, secondo i dati ufficiali diffusi dal ministero dell’Interno.

67.790, che corrisponde al 6,2% in più rispetto all'anno precedente. Sono le convalide di sfratto per morosità emesse nel 2012. E i casi “pendenti”, per i quali è stata richiesta l'esecuzione, si contano a quasi 121mila, secondo i dati ufficiali diffusi dal ministero dell'Interno.

Si tratta dell'ennesima cartolina dalla crisi, che in questo settore colpisce più duro nella città simbolo dell'ex “opulenza” italiana, Milano. Il capoluogo lombardo registra infatti il record di domande di esecuzione con quasi 18mila casi. Secondo i dati raccolti dal Sicet, sindacato degli inquilini, presso i tribunali, le convalide di sfratto nel 2012, in città, sono state 6.800, duemila oltre le cifre ufficiali, parziali per stessa ammissione del ministero.

In generale, a livello italiano, nella quasi totalità dei casi i proprietari agiscono per morosità, ma appaiono in aumento anche i provvedimenti per necessità del locatore (1.152).

La tendenza è al rialzo da almeno sei anni, cioè dall'inizio della crisi, come lamentano le associazioni degli inquilini: secondo il Sunia, gli sfratti per morosità sono infatti aumentati del 64% dal 2007 al 2011. La differenza del 6% registrata l'ultimo anno va quindi sommata alla mole di provvedimenti accumulati nel quinquennio precedente.

Ma il fenomeno, che assume già le dimensioni di un vero allarme sociale, è ancora più esteso: secondo Adnkronos, anche la metà dei proprietari che non ricorrono allo sfratto lamenta spesso ritardi o irregolarità nei pagamenti.

Secondo trimestre 2013, più di metà delle imprese pagano in ritardo.

3 ottobre 2013, esattori a convegno a Cassano d’Adda.