Imprese in cauta crescita: più aperture e meno chiusure nel terzo trimestre del 2023
In un anno complesso come il 2023, un timido segnale positivo arriva dal bilancio anagrafico delle imprese nel terzo trimestre dell’anno.
Secondo il Registro delle imprese delle Camere di Commercio, sulla base di Movimprese (analisi trimestrale condotta da Unioncamere e InfoCamere), il trimestre luglio-settembre presenta un saldo attivo di 15.407 attività economiche, in crescita dello 0,26% rispetto alla fine di giugno.
Con 59.236 nuove iscrizioni e 43.8299 cessazioni di attività, il sistema imprenditoriale italiano mostra una cauta vitalità, nonostante il saldo si collochi al di sotto della media degli ultimi dieci anni.
Del resto, lo scenario geopolitico ed economico resta incerto e per certi versi preoccupante. Basti ricordare che secondo lo scenario di base illustrato nel Bollettino economico della Banca d’Italia pubblicato a metà ottobre, la crescita del PIL italiano sarebbe pari allo 0,7% nel 2023, allo 0,8% nel 2024 e all’1% nel 2025. Stime che potrebbero, fra l’altro, essere riviste al ribasso se le tensioni geopolitiche si acuissero.
In quali aree geografiche si aprono più imprese?
Milano e Roma restano le città più dinamiche dal punto di vista dell’anagrafica delle imprese italiane. Non a caso, il Lazio vanta un tasso di crescita sul trimestre precedente dello 0,44%, proprio grazie a Roma (+0,5%). Mentre in termini assoluti, il saldo positivo più consistente si registra in Lombardia (+3.334 imprese con un tasso di crescita dello 0,35% trainato dal +0,49% di Milano).
Le regioni con un maggiore saldo positivo fra nuove aperture e chiusure sono:
- Lombardia (+3.334)
- Lazio (+2.673)
- Campania (+1.836)
- Veneto (+1.230)
- Emilia-Romagna (+1.065)
Considerando le macroaree geografiche, è nel Sud e Isole che si registra il saldo più alto:
- Nord Ovest (+4.099)
- Nord-Est (+2.953)
- Centro (+3.872)
- Sud e Isole (+4.483)
I settori in crescita e quelli in sofferenza
Analizzando i singoli settori di appartenenza, sul podio per numero di nuove imprese troviamo:
- Costruzioni (4.213 imprese in più rispetto alla fine di giugno, pari a + 0,5%)
- Attività di alloggio e ristorazione (+2.825 unità e + 0,62%)
- Attività professionali, scientifiche e tecniche (2.597 attività in più, per un aumento di ben +1,06%)
Di contro, i settori che mostrano tassi di crescita trimestrali inferiori sono:
- Commercio (+0,7%)
- Attività manifatturiere (+0,2%)
- Agricoltura, silvicoltura e pesca (-0,1%)
Imprese, un patrimonio da tutelare
Ancora una volta il tessuto imprenditoriale italiano dimostra la sua capacità di risposta. Pur in condizioni estremamente precarie, non manca la voglia di fare impresa.
Ma fare impresa oggi è molto complicato, con accesso al credito reso più difficoltoso da politiche monetarie restrittive e tassi di interesse cresciuti in un anno in modo rapido e costante, per non parlare poi dei rincari delle materie prime.
È qui che il Governo può fare la differenza, sostenendo le tante piccole e microimprese italiane che decidono di affacciarsi sul mercato, con finanziamenti agevolati, sostegni e incentivi.
Le imprese italiane sono un patrimonio da proteggere, aiutare e tutelare, perché senza di esse non c’è crescita e senza crescita diventa difficile immaginare il futuro.