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Informazioni commerciali o Investigazioni?

La sfida tra informazioni da banche dati pubbliche o approfondimenti investigati sul Credito

 

Per chi lavora nel mondo del credito, ma anche per chi gestisce le finanze di una PMI, sia esso il titolare dell’azienda o il responsabile amministrativo, questa è una delle scelte da dover prendere quotidianamente, o comunque in maniera ricorrente.         
In grandi linee questa sfida tra due categorie di prodotto/servizio entra a tutti gli effetti in quell’eterna lotta tra qualità e prezzo che è presente in tutti i settori e che sta alla base delle principali strategie di marketing e posizionamento.

Nel suo piccolo infatti anche il fruttivendolo con la sua bottega e i suoi prodotti a “Km 0” di alta qualità lotta contro il Super Mercato ed i suoi stock di frutta e verdura globali a basso prezzo.
Di  altro tenore è la sfida delle grandi marche di abbigliamento che puntano sul brand e sulla “qualità” e le grandi catene che puntano invece sulla quantità ed il basso prezzo; in questo caso si potrebbe però disquisire sulla reale maggiore qualità dei primi e su quanto invece il prezzo sia influenzato dallo status ed il valore che i top brand possiedono e che gli permettono di vendere lo stesso prodotto, per materiale e rifiniture, ad un prezzo decuplicato se tutto va bene.       
Questo prezzo esorbitante non deve essere visto però come un “imbroglio” ma come una giusta ricompensa per quei brand che grazie alla loro storia, alle loro strategie di marketing, agli uomini/donne visionarie ai loro vertici, nel bene o nel male, sono riusciti a convincerci che indossare un loro capo ha quel valore intrinseco.

Il settore del credito e delle Informazioni è per sua natura differente e non sottostà alle regole dello status e dell’emozione. E allora entrano in gioco diversi fattori da valutare per decidere cosa acquistare ed utilizzare nella gestione del proprio credito; questo vale sia per gli Istituti bancari, le Utilities e le società di Telecomunicazioni che per le PMI di qualsiasi settore.            
Uno dei fattori principali è sicuramente il budget a disposizione, che nella maggior parte dei casi è limitato e da centellinare. Se questo fattore prevale sulla scelta è indubbio che le informazioni da banche dati pubbliche siano la soluzione più diretta e facile in quanto i costi sono effettivamente ridotti. Queste informazioni rispondono anche ad un secondo fattore decisionale che è quello del tempo; spesso, soprattutto nella fase preventiva, le tempistiche di valutazione devono essere brevi ed utilizzare informazioni commerciali semplici ed ottenibili in pochi secondi rende più agevole l’analisi e fa contenti tutti, in un primo momento.

In un primo momento perché, come per l’alimentazione, per l’abbigliamento, per gli elettrodomestici e via dicendo, quando la qualità maggiore è oggettiva, il risparmio è da calcolare nel medio/lungo periodo.
Quando andiamo a valutare un potenziale cliente con informazioni da banche dati abbiamo il vantaggio di avere subito una risposta, economica e veloce, su come agire con quel soggetto; ma quanto un’informazione statica e non aggiornata può darci una visione reale dell’effettiva affidabilità di una persona o un’impresa? Un protesto o un bilancio non eccellente è sempre sintomo di inaffidabilità finanziaria?

E’ qui che entrano in gioco le informazioni commerciali investigate, realizzabili esclusivamente da società dotate di licenza investigativa ex art. 134 TULPS, che grazie ad un’attività di indagine verificano le informazioni da banche dati e ne sviluppano di nuove, ufficiali e ufficiose, per offrire un’istantanea di quel soggetto e della sua situazione finanziaria. Il vantaggio di queste informazioni è ovviamente la precisione e l’accuratezza del dato che permettono una valutazione, sia pre che post fido, più corretta. Il loro utilizzo porta sicuramente ad una spesa maggiore nell’immediato, e con tempi di evasione delle indagini di diversi giorni, ma nel medio periodo permette di diminuire sensibilmente il numero di  insoluti se utilizzate in fase preventiva, e di aumentare le performance di recupero del credito se si tratta di indagini patrimoniali.

E si ritorna al punto iniziale, cioè il budget ed il tempo a disposizione. Questi due fattori devono essere collegati indispensabilmente al valore specifico della posizione da valutare e la scelta, per una gestione attenta e lungimirante del proprio credito, deve essere in continua rivalutazione.               

Qualcuno disse “in medio stat virtus”, e spesso gli si deve dar ragione. Le modalità per stare nel mezzo sono da una parte la valutazione tra le due tipologie di informazioni a seconda del margine e del peso specifico che quel credito o potenziale cliente possiede, dall’altra parte un modello ibrido che permetta di avere delle informazioni rapide a prezzi contenuti  ma con un taglio investigato che approfondisce l’analisi e si posiziona appunto nel mezzo; un esempio di sistema integrato, nato qualche mese fa, è il Credit Switch.
 

Per chi lavora nel mondo del credito, ma anche per chi gestisce le finanze di una PMI, sia esso il titolare dell’azienda o il responsabile amministrativo, questa è una delle scelte da dover prendere quotidianamente, o comunque in maniera ricorrente.         
In grandi linee questa sfida tra due categorie di prodotto/servizio entra a tutti gli effetti in quell’eterna lotta tra qualità e prezzo che è presente in tutti i settori e che sta alla base delle principali strategie di marketing e posizionamento.

Nel suo piccolo infatti anche il fruttivendolo con la sua bottega e i suoi prodotti a “Km 0” di alta qualità lotta contro il Super Mercato ed i suoi stock di frutta e verdura globali a basso prezzo.
Di  altro tenore è la sfida delle grandi marche di abbigliamento che puntano sul brand e sulla “qualità” e le grandi catene che puntano invece sulla quantità ed il basso prezzo; in questo caso si potrebbe però disquisire sulla reale maggiore qualità dei primi e su quanto invece il prezzo sia influenzato dallo status ed il valore che i top brand possiedono e che gli permettono di vendere lo stesso prodotto, per materiale e rifiniture, ad un prezzo decuplicato se tutto va bene.       
Questo prezzo esorbitante non deve essere visto però come un “imbroglio” ma come una giusta ricompensa per quei brand che grazie alla loro storia, alle loro strategie di marketing, agli uomini/donne visionarie ai loro vertici, nel bene o nel male, sono riusciti a convincerci che indossare un loro capo ha quel valore intrinseco.

Il settore del credito e delle Informazioni è per sua natura differente e non sottostà alle regole dello status e dell’emozione. E allora entrano in gioco diversi fattori da valutare per decidere cosa acquistare ed utilizzare nella gestione del proprio credito; questo vale sia per gli Istituti bancari, le Utilities e le società di Telecomunicazioni che per le PMI di qualsiasi settore.            
Uno dei fattori principali è sicuramente il budget a disposizione, che nella maggior parte dei casi è limitato e da centellinare. Se questo fattore prevale sulla scelta è indubbio che le informazioni da banche dati pubbliche siano la soluzione più diretta e facile in quanto i costi sono effettivamente ridotti. Queste informazioni rispondono anche ad un secondo fattore decisionale che è quello del tempo; spesso, soprattutto nella fase preventiva, le tempistiche di valutazione devono essere brevi ed utilizzare informazioni commerciali semplici ed ottenibili in pochi secondi rende più agevole l’analisi e fa contenti tutti, in un primo momento.

In un primo momento perché, come per l’alimentazione, per l’abbigliamento, per gli elettrodomestici e via dicendo, quando la qualità maggiore è oggettiva, il risparmio è da calcolare nel medio/lungo periodo.
Quando andiamo a valutare un potenziale cliente con informazioni da banche dati abbiamo il vantaggio di avere subito una risposta, economica e veloce, su come agire con quel soggetto; ma quanto un’informazione statica e non aggiornata può darci una visione reale dell’effettiva affidabilità di una persona o un’impresa? Un protesto o un bilancio non eccellente è sempre sintomo di inaffidabilità finanziaria?

E’ qui che entrano in gioco le informazioni commerciali investigate, realizzabili esclusivamente da società dotate di licenza investigativa ex art. 134 TULPS, che grazie ad un’attività di indagine verificano le informazioni da banche dati e ne sviluppano di nuove, ufficiali e ufficiose, per offrire un’istantanea di quel soggetto e della sua situazione finanziaria. Il vantaggio di queste informazioni è ovviamente la precisione e l’accuratezza del dato che permettono una valutazione, sia pre che post fido, più corretta. Il loro utilizzo porta sicuramente ad una spesa maggiore nell’immediato, e con tempi di evasione delle indagini di diversi giorni, ma nel medio periodo permette di diminuire sensibilmente il numero di  insoluti se utilizzate in fase preventiva, e di aumentare le performance di recupero del credito se si tratta di indagini patrimoniali.

E si ritorna al punto iniziale, cioè il budget ed il tempo a disposizione. Questi due fattori devono essere collegati indispensabilmente al valore specifico della posizione da valutare e la scelta, per una gestione attenta e lungimirante del proprio credito, deve essere in continua rivalutazione.               

Qualcuno disse “in medio stat virtus”, e spesso gli si deve dar ragione. Le modalità per stare nel mezzo sono da una parte la valutazione tra le due tipologie di informazioni a seconda del margine e del peso specifico che quel credito o potenziale cliente possiede, dall’altra parte un modello ibrido che permetta di avere delle informazioni rapide a prezzi contenuti  ma con un taglio investigato che approfondisce l’analisi e si posiziona appunto nel mezzo; un esempio di sistema integrato, nato qualche mese fa, è il Credit Switch.
 

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