Imprese, in calo protesti e ritardi di pagamento. Il 2013 si chiude con trend positivo.
Il 2013 si è congedato con alcuni segnali positivi per l'andamento delle attività economiche, che confermano quanto già rilevato tra luglio e settembre: nel quarto trimestre sono calati sensibilmente ritardi di pagamento e protesti, questi ultimi nella rispettabile misura del 9,4% rispetto all'anno precedente.
Lo rileva il periodico bollettino Cerved dedicato all'argomento: può fare da contraltare all'ottimismo, però la constatazione di come il dato risenta, ragionevolmente, dell'uscita dal mercato di molte aziende “deboli”, che hanno così concesso terreno percentuale alle realtà più solide, capaci di resistere ai morsi della crisi e onorare gli impegni con regolarità più elevata.
L'avanzamento tocca tutti i settori economici – anche se i servizi rimangono ancora a livelli critici di difficoltà – e l'intero territorio nazionale con l'esclusione del Nordest. Qui il numero di società protestate aumenta ancora del 2,1%, ma in ottica generale, nonostante le flessione, le Tre Venezie più Emilia-Romagna resistono ancora come il bacino più regolare nei pagamenti, di varie lunghezze, mentre Sud e Isole, a scapito di un un lieve progresso, appaiono ancora la zona più “insicura”.
Un'ulteriore spia di rinnovata fiducia, nel campione di 2,5 milioni d'imprese considerato da Cerved, si accende all'aumento delle transazioni con anticipo di merce da parte dei fornitori e accettazione del pagamento differito delle fatture.
Tra 2012 e 2013 si riducono da 83,8 a 79,3 giornate i tempi medi di liquidazione delle fatture mentre il ritardo medio cala da 23,2 a 30,4 giorni. Più aziende puntuali e meno in grave ritardo: dal 10,8% all'8.6.
Ancor più sensibile il calo nel numero delle società protestate: 59mila, il 13,7% in meno rispetto alla corrispondente frazione del 2012. Un progresso che coinvolge tanto le imprese individuali quanto quelle caratterizzate da forme giuridiche più strutturate. Anche in questo campo il Nordest fa da fanalino di coda. La visione generale però diviene completa e reale solo facendo fede al dato sulla puntualità media dei pagamenti: Trentino – Alto Adige, Veneto e Lombardia vantano le più basse percentuali in assoluto di aziende che hanno pagato con ritardi medi di almeno due mesi (rispettivamente 3,8, 5,6 e 5,8%) mentre Campania, Calabria e Sicilia si confermano le meno affidabili, con il 12,3, 15,4 e 17,3%.