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Gestione NPL: previsioni per il 2022 e nuovi strumenti

Complice la pandemia, in questo ultimo anno e mezzo la gestione NPL ha visto un aumento considerevole degli stock. Quali sono le sfide che il settore dovrà affrontare e quali gli strumenti da utilizzare per una gestione e un recupero del credito più efficienti?

Nell’ultimo anno e mezzo, a causa del blocco delle attività e delle misure restrittive per limitare i contagi, il tema della gestione NPL è tornato a preoccupare le banche del nostro Paese. L’intervento da parte del Governo, che ha istituito delle misure di sostegno a favore di famiglie e imprese, ha finora limitato la crescita dei crediti deteriorati. Tuttavia, il livello di guardia rimane elevato. A tal proposito, infatti, l’agenzia di rating Moody’s ha dichiarato che nei prossimi 12-18 mesi dovremo assistere ad un considerevole aumento degli NPL nei bilanci delle banche italiane ed europee.

Quali sono le previsioni per il mercato degli NPL?

Gli esperti concordano in linea generale su un possibile aumento nel 2022 dei crediti deteriorati in seno alle banche italiane (anche se la mole di NPL non dovrebbe raggiungere i picchi del 2015). A fine anno, infatti, è prevista la scadenza delle moratorie su prestiti e finanziamenti prorogata nei mesi scorsi dal Governo. A quel punto, non tutte le famiglie e le imprese saranno in grado di adempiere ai propri impegni economici e saldare i propri debiti. Di conseguenza le banche si ritroveranno nei bilanci una mole di crediti che non saranno riscossi.

Di recente, la società di consulenza americana Bain & Company ha stimato che, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 l’ammontare dei nuovi NPL nei bilanci delle banche europee potrebbe arrivare ad una cifra compresa tra i 900 e i 1200 miliardi di euro. Nello specifico, i crediti UTP, le così dette inadempienze probabili, rappresenteranno l’asset class più importante e riguarderanno in prevalenza le PMI italiane. Questa tipologia di crediti riguarda aziende ancora in vita e necessita di un trattamento specifico.

Quali sono i nuovi strumenti per la gestione NPL?

Il quadro emerso finora è piuttosto complesso e sfaccettato. Grazie alle moratorie, le banche sembrano resistere, tuttavia quello che gli esperti si chiedono per il futuro è se saranno in grado di gestire l’ingente mole di NPL in arrivo. In questo senso, un grande contributo potrebbe venire dalla tecnologia e dai big data.

Nell’intervento dello scorso luglio presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica Italiana, in merito al possibile incremento dei crediti deteriorati a causa della pandemia, il Presidente del Consiglio di Vigilanza della BCE, Andrea Enria, ha sottolineato che le banche “dovrebbero dotarsi di procedure adeguate per valutare quanto sia probabile che i debitori divengano inadempienti”. L’ex Presidente dell’EBA ha sottolineato la necessità di intervenire in modo proattivo e dinamico, sia in fase di concessione del credito, che in fase di valutazione delle posizioni inadempienti, onde evitare un ulteriore accumulo dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche italiane.  

La sostenibilità nella gestione delle due diligence NPL

Assodato che l’aggiornamento dei dati su un portafoglio di crediti sia fondamentale per comprendere la sua qualità e analizzare il reale stato di UTP e la sua strada verso il ritorno in bonis o la classificazione in NPL, nella due diligence spesso non tutte le informazioni sono fondamentali. Per approcciare questo nuovo aumento degli NPL non si può non entrare nell’ottica della sostenibilità, anche dal punto di vista dell’analisi dei portafogli e delle informazioni utili alla gestione e il recupero dei crediti.

Non si tratta quindi solo di un concetto di ottimizzazione ma di sviluppo di contenuti differenti a seconda di ogni singola posizione. Se Info provider, Servicer, Fondi di investimento e Originator sposano questo paradigma, il risparmio economico non sarà più associato a una minor qualità ma al corretto approfondimento per ogni specifico cluster di crediti. Solo da questo approccio potranno nascere nuove opportunità per affrontare al meglio le prossime sfide del Credit Management.

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