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Energia elettrica: le utilities italiane investono sulla transizione ecologica, a fronte di un andamento positivo dei risultati economici

Le utilities italiane puntano sempre più su tecnologia e ambiente. È quanto emerge dal report Le utilities italiane per la transizione ecologica e digitale, elaborato dalla Fondazione Utilitatis per conto di Utilitalia, la federazione delle imprese di acqua, ambiente e energia che comprende oltre 450 aziende del comparto.

In base all’indagine citata, nel 2022 le utilities analizzate hanno investito complessivamente circa 6,2 miliardi di euro (+35% rispetto al 2021), di cui il 30% (1,8 miliardi di euro) è stato destinato a iniziative di decarbonizzazione, digitalizzazione ed economia circolare.

In particolare, per la decarbonizzazione sono stati stanziati 832 milioni di euro, a fronte di un crescente impegno nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Per l’economia circolare gli investimenti si attestano a 514 milioni di euro, in decisa crescita rispetto al 2021, in particolare per quanto concerne il riciclo dei rifiuti differenziati e il recupero dei fanghi di depurazione ha superato l’88%.

Sul fronte della digitalizzazione, gli investimenti hanno raggiunto i 421 milioni di euro, con un crescente sforzo nella distrettualizzazione della rete idrica e nell’installazione dei contatori intelligenti del gas.

A conferma dell’importanza assunta dalla transizione ecologica per le utilities, il rapporto evidenzia, inoltre:

  • il 47% delle aziende redige un bilancio di sostenibilità
  • il 17% ha una struttura dedicata alla sostenibilità
  • il 36% si è posto obiettivi espliciti di sostenibilità nel piano industriale
  • il 32% segue un piano di sostenibilità all’interno della strategia aziendale
  • il 78% ha adottato un codice etico

Percentuali che raccontano di quanto l’agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile stia entrando nelle logiche aziendali.

Commercio energia elettrica: i trend di mercato

Quello delle utilities è un comparto fondamentale per il Paese e per i cittadini e non solo per il ruolo che ricopre nella transizione ecologica.

In tempi di tensioni geopolitiche e alta inflazione come quelli attuali, si è spesso parlato delle bollette in forte aumento e del settore si sta discutendo anche per via del passaggio al mercato libero dell’energia.

Proprio in considerazione dell’attività strategica del comparto, con Abbrevia X, la piattaforma sales & marketing di Abbrevia, siamo andati a mappare le aziende che si occupano del commercio dell’energia elettrica, cercando di tracciarne le caratteristiche più peculiari.

Partiamo dal numero: le aziende che operano in questo specifico segmento a fine gennaio 2024 sono oltre 2500. Ma ancora più interessante di questo dato, è andare a considerare le tendenze economiche del settore.

Analizzando le utilities di cui si dispongono i dati di bilancio al 2022 (in tutto 1059 realtà che rappresentano circa il 42,1% del mercato), l’andamento complessivo risulta essere decisamente positivo con:

  • Fatturato +33,9% (in crescita nel 60% dei casi)
  • Margine Operativo Lordo +34,3% (in crescita nel 52% dei casi)
  • Utile +22,3% (in crescita nel 45% dei casi)

A fronte dei risultati positivi del comparto in genere, abbiamo redatto la classifica delle aziende per fatturato. Ai primi posti troviamo:

  • ENEL GLOBAL TRADING SPA (58.283.790.000 euro)
  • ENEL ENERGIA SPA (24.527.530.000 euro)
  • GESTORE DEI SERVIZI ENERGETICI – GSE SPA (18.246.174.299 euro)
  • ENGIE ITALIA SPA (13.686.802.590 euro)
  • AXPO ITALIA SPA (11.971.981.000 euro)

Quali danno più lavoro? Ebbene, le cinque aziende operanti nel commercio di energia elettrica con il maggior numero di dipendenti sono:

  • ENEL ENERGIA SPA (1658 addetti)
  • SERVIZIO ELETTRICO NAZIONALE SPA (1056)
  • A2A ENERGIA SPA (735)
  • GESTORE DEI SERVIZI ENERGETICI – GSE SPA (692)
  • ENGIE ITALIA SPA (638)

Commercio energia elettrica: caratteristiche del comparto

Viste le dimensioni e l’importanza del settore, non sorprende che ben il 73% delle aziende siano costituite come Società di capitali, mentre le altre forme giuridiche sono decisamente meno comuni.

Da notare poi come il Nord Ovest sia l’area geografica di elezione del comparto. La presenza di imprese è infatti così distribuita:

  • Nord Ovest 31%
  • Centro 24%
  • Sud 21%
  • Nord Est 18%
  • Isole 7%

Se si considera la concentrazione regionale, le regioni dove si trova il maggior numero di aziende sono:

  • Lombardia (530 aziende presenti)
  • Lazio (284)
  • Veneto (229)
  • Campania (228)

Mentre nelle restanti regioni italiane le imprese presenti non raggiungono le 200 unità.

Utilities: uno sguardo al futuro

Il settore delle utilities sta attraversando un momento di grandi cambiamenti, tra la transizione energetica richiesta dall’UE, l’aumento dei costi determinato dal conflitto tra Russia e Ucraina, la fine del mercato tutelato e una competizione sempre più accesa fra aziende del comparto.

Oggi più che mai le utilities sono chiamate a fare la loro parte nella transizione ecologica e digitale del Paese nel pieno rispetto del ruolo di pubblica utilità che svolgono nei confronti dei cittadini.

Cosa aspettarsi dal futuro? Un mercato altamente concorrenziale dove le strategie aziendali saranno sempre più influenzate e guidate da obiettivi in termini di sostenibilità.

A maggior ragione, per fare impresa in questo contesto sarà indispensabile avere a disposizione le giuste informazioni. Come quelle di Abbrevia X.

Antonello Carlucci (Presidente Abbrevia): “Il successo nasce dal saper creare un valore sostenibile nel tempo per i clienti e per l’azienda”

Cosimo Cordaro (CEO Abbrevia): “Sto lavorando affinché i miei sogni non restino in un cassetto, tenendo sempre presente che non si vince mai da soli”