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Cambiali, cresce utilizzo dei ‘pagherò’

Tra pagamenti stringenti e mancanza di liquidità, in Italia si usa la vecchia formula dei ‘pagherò’: nel 2011 nel nostro Paese sono state protestate cambiali per un valore di 1,7 miliardi di euro.

Tra pagamenti stringenti e mancanza di liquidità, in Italia si usa la vecchia formula dei ‘pagherò’: nel 2011 nel nostro Paese sono state protestate cambiali per un valore di 1,7 miliardi di euro.

Lo afferma la Camera di commercio di Monza e Brianza che ha inoltre attivato alcuni interventi ”per non lasciare soli gli imprenditori” nell’affrontare la crisi: da uno sportello d’aiuto dedicato all’ascolto degli imprenditori all’anticipo dei crediti scaduti che le imprese vantano nei confronti dei Comuni, fino a oltre 1 milione di euro di contributi a fondo perduto a più di 500 imprese che assumono.
La situazione del registro dei ‘cattivi pagatori’, spiegano dall’ente camerale in base a un’elaborazione del suo Ufficio studi, preoccupa soprattutto in Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta, Basilicata e Calabria dove i ‘pagherò’ sono in aumento rispetto al 2010 (rispettivamente +87,2%, 20,4%, 45,1%, 19,7%, 8,6%).
In Lombardia l’ammontare delle cambiali nel 2011 è di 316 milioni di euro. Qui Milano è in recupero (-17% rispetto al 2010) ma in molte realtà cresce il valore delle cambiali: a Monza e Brianza (+32% rispetto al 2010), Brescia (+1,8%), Lecco (+5,5%), Cremona (+16,1%), Sondrio (+41,1) e Varese (+13%).
”In questo momento è fondamentale ripristinare un clima complessivo di fiducia nei confronti dell’impresa, e del rischio di impresa”, ha dichiarato Carlo Edoardo Valli presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza. “Un impegno che richiede un supplemento di responsabilità da parte di tutti, dal Governo alle Istituzioni alle banche che devono tornare a credere nell’impresa, perchè le aziende senza la liquidità necessaria non possono lavorare, non possono fare investimenti e quindi non possono generare occupazione”.

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