Banche Italiane e NPL 2020: il futuro per la gestione dei crediti deteriorati
A livello globale e nazionale, il tema della gestione degli NPL (non performing loans) è ai primi posti nell’agenda delle discussioni finanziarie. Attualmente, ciò si deve soprattutto al protrarsi dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, che continua a proiettare la sua ombra lunga sul futuro dell’economia italiana e mondiale.
È innegabile che la pandemia abbia scosso famiglie e imprese che già vacillavano sul fronte del credito, innalzando la probabilità di insolvenze. Queste andrebbero ad accrescere i portafogli NPL bancari, da sempre sotto stretta osservazione.
Dal punto di vista del settore bancario, non è nuovo il timore che la crisi seguita al lockdown possa riportare il monte dei crediti non performing alla quota di cinque anni fa, quando gli NPL in Europa toccarono il picco di mille miliardi di euro.
NPL management nel sistema bancario italiano
Per quel che ci riguarda da più vicino, il nostro settore del credito ha spesso detenuto il poco positivo primato per ammontare di crediti deteriorati. Negli anni, infatti, sulla sofferenza delle banche italiane hanno inciso diversi fattori, tra i quali il picco dello spread e in parte le aspettative di vigilanza bancaria della BCE.
Dopo un 2017 in cui le banche italiane avevano avviato la riduzione del loro stock NPL, a fine 2018 il nostro comparto del credito portava comunque il fardello maggiore in quanto a crediti non performing, con circa 37,5 miliardi di sofferenze nette (fonte: Il Sole 24 Ore). Nel 2019, da Francoforte era arrivata la richiesta agli istituti di credito italiani di azzerare il peso del proprio portafoglio NPL, entro il 2026.
Questo succedeva prima che il Covid-19 si imponesse sugli equilibri di ogni settore del nostro quotidiano, obbligandoci a guardare lo stesso orizzonte. A sei mesi dal lockdown, oggi ci si interroga sulla possibilità di una seconda ondata di effetti sulla nostra vita e, nello specifico, sull’economia.
Una bad bank per la gestione dei crediti in sofferenza
In questa eventualità, la BCE ha posto tra i temi di discussione comunitaria quello di una strategia complessiva di gestione crediti NPL, di cui discuterà il 25 settembre 2020 in una sessione di confronto riservata ai vertici delle istituzioni europee e alle asset management company.
Si prevede quindi una linea comune, racchiusa in quello che diverrebbe un network di bad bank di riferimento nazionale, con criteri unitari di classificazione e stima dei crediti deteriorati. In questo modo, le banche italiane in crisi potrebbero trarre vantaggio dalla vendita degli NPL alla Bad Bank, la quale proverebbe poi ad attuare il recupero crediti giudiziale.
La costituzione di una rete di bad bank presupporrà una visione unitaria sulle molteplici implicazioni di questa armonizzazione. Tra queste, il tema del valore di cessione degli NPL, il burden sharing e la partecipazione di banche commerciali.
Ancor prima di intavolare la discussione, insomma, il tema degli NPL si preannuncia ricco di nodi da sbrogliare.
Nuovi scenari per la gestione crediti NPL all’evento Alma Iura
Le complessità legate al mondo bancario e finanziario si moltiplicano in tempi di incertezza. Se è vero che non possiamo sapere cosa ci attende, possiamo però prevedere gli scenari e preparare il terreno per il futuro, cogliendone le opportunità.
In questo senso, la VII edizione del Congresso nazionale di Giurimetria, Banca e Finanza organizzato da Alma Iura discuterà le prospettive di gestione NPL e UTP nel post emergenza.
L’evento si terrà il 13 ottobre 2020 a Verona. Noi saremo presenti al tavolo di discussione sui non performing loans con il nostro key account manager per il settore finance, Alessandro Marzo.
Nei prossimi mesi vedremo quali saranno i risvolti del dibattito europeo e capiremo come gestirne gli effetti sul sistema bancario italiano.
Trovare un equilibrio per permettere alle banche di continuare a concedere credito a imprese e famiglie, senza gravare sui bilanci interni, sarà un compito arduo. Un obiettivo necessario, che passa anche da una stretta collaborazione con società specializzate nelle informazioni commerciali e investigazioni sul credito. Grazie ai servizi di indagine si possono figurare gli scenari economico-finanziari dei vari attori del credito, utili a governare la complessità del momento.